Il mio interesse per la fotografia nasce all’età di tredici anni quando mi capita fra le mani una fotocamera con soffietto 6 x 9. Da quel momento la fotografia diventa prima curiosità, poi una passione che tutt’ora mi accompagna nella vita.
Agli inizi degli anni ’70, con la mia prima reflex, una Canon Ftb e una serie di obiettivi originali, comincio ad esplorare i diversi ambiti della fotografia: dal reportage, al ritratto, alla fotografia sociale.
Iscritto alla facoltà di ingegneria nella seconda metà degli anni ’70, come tanti coetanei, sovvenziono i miei studi collaborando con diversi fotografi della mia città natale. In quegli realizzo fotografie per le quali seguo tutto il processo, dalla ripresa alla stampa finale. Avevo e ho la necessità che le mie immagini devono comunicare a chi le osserva le medesime sensazioni che provo io al momento dello scatto.
Successivamente, con il lavoro in fabbrica, il mio punto di vista fotografico si canalizza sul versante del lavoro. I reportage di quei primi anni ‘80 erano indirizzati essenzialmente a documentare la rabbia, la protesta, le rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori che, nel tentativo di trasformare la società in una convivenza più solidale, sono costretti a manifestare nelle diverse piazze italiane.
Verso la fine degli anni ‘80 conosco altri appassionati di fotografia e da questo incontro nasce il Club fotografico Cava 1, primo club del suo genere a Cava de’ Tirreni (Sa).
Nell’ambito delle attività del Club Fotografico mi sono sempre occupato della sezione bianco e nero, predisponendo corsi per l’insegnamento di tutto il processo, dallo sviluppo del negativo alla stampa finale.
In questi anni resto folgorato “dall’incontro” con le fotografie di Ansel Adams: mi affascina l’estensione della gamma tonale delle sue fotografie ed i suoi grigi che ancora oggi mi incantano.
Da quel momento Adams diventa il mio modello di riferimento fotografico. Leggo ed acquisto tutto ciò che viene pubblicato sul suo Sistema Zonale che, dopo qualche tempo, riesco a mettere in pratica con ottimi risultati.
L’incontro con il Digitale, non è stato tra i più semplici della mia vita, ma dopo qualche incomprensione, oggi posso affermare che ho raggiunto una pacifica, collaborativa e proficua convivenza.
Del digitale apprezzo gli indubbi vantaggi di praticità, velocità e flessibilità ma non gradisco l’impossibilità di controllare il passaggio del file elaborato alla stampa fotografica finale.
Ancora oggi però non disdegno l’uso dell’analogico B&N e della stampa ai cristalli d’argento.
Dal 2009, socio del Club Fotografico Cavese, mi occupo, come docente, del Corso di fotografia annuale denominato dall’Analogico al Digitale con il quale cerco di trasmettere la mia esperienza e la mia immutata passione per la fotografia a coloro i quali si avvicinano alla fotografia.